MAI PESCI NE’ RANE
Un testo che svolazza come un vestito nero leggerissimo in estate, dal ritmo portoghese di una partita mondiale dove vince il Brasile, i vent’anni in sandali e Lolita al cinema. E’ il racconto di Margherita Di Fiore interpretato dagli inchiostri forti di Francesca Capellini e scandito dalla traccia “Young and beautiful” degli Young Wrists.
Young Wrists, “Young and beautiful”
Adesso mi è venuto in mente di una volta che avrò avuto vent’anni e c’era una partita dei mondiali, una partita tipo quarto di finale o semifinale e Roma era deserta se non per i bar che trasmettevano l’evento, ricchi di fauna tifosa e imbelle pronta a trincar birre a tutto spiano a prescindere dall’esito finale.
Dunque, era estate e io quando avevo vent’anni ero bella, e portavo un vestito nero leggerissimo e dei sandali neri duri e difficili e inadatti a camminare in centro, ma stavo bene, ero bella, avevo fatto anche i colpi di sole.
C’era un cinema sì proprio un cinema, non proiezioni all’aperto che d’estate si suol fare così, un cinema chiuso e per di più d’essai, così mi pare che si dica: davano ‘Lolita’.
E dunque mentre tutti guardavano il Brasile io sprofondavo nella poltrona di una sala quasi tutta per me, col vestito leggero e le scarpe scomode, mano nella mano con lui che credevo chissà cosa sarebbe stato per me e invece poi è finita, un mucchio di illusioni fragili ma nitide e gli occhi buoni per sognare.
Non so chi ha vinto quella partita, non ricordo a dire la verità niente di quella serata che non sia quella sala, e io che dopo poco ho sbagliato qualcosa, ho rotto l’incanto, ho cominciato ad andare a letto presto e a creare stupide regole solo per rispettarle e fare ordine, a guardare il Brasile con occhi buoni solo per campare.
Portavo sempre una borsa, e nella borsa un sostantivo che si chiama meraviglia.
Ora metto tutto in tasca, e lì a malapena c’entra una necessità.
Ricordo bene quando m’hai detto tutto questo è solo un sogno e io non c’ho creduto, e mi chiedo come sia possibile non amare più ciò che hai amato tanto.
Perché non ho vissuto tante cose che ho visto scorrere sullo sfondo, forse questa consapevolezza è il segno della sconfitta, ma è pure il momento in cui comprendi di dover essere presente, fare, utilizzare gli avverbi giusti che sono ‘invece’, ‘però’, ‘nonostante’ e soprattutto ‘ancora’.
Il vestito adatto ce l’ho, posso far mia una notte stellata e nascondermi dalla corrente,
cercare un cinema dove amarti di nuovo mentre fuori giocano partite memorabili,
gettarmi nella mischia senza fare troppo rumore, con le braccia al collo di una passione,
e il telefono squilla per dirmi che c’è un’altra possibilità.
Bene. Il senso di tutto è in un auspicio: perché qui non pioveranno mai pesci né rane, ma se smettesse di piovere, sarebbe già un buon inizio.
Francesca Capellini nasce a Bergamo nel 1978. Laureata in Storia dell’arte, nel 2004 vince una borsa di studio per la Bristol School of Animation in Inghilterra. Tornata in Italia nel 2005, inizia a lavorare a Torino nello studio d’animazione Lastrego & Testa Multimedia, che produce serie televisive per ragazzi per la Rai. Nel frattempo, si iscrive all’Istituto Europeo di Design di Torino dove, nel luglio 2010, si diploma in illustrazione. Nel marzo 2010 inizia a pubblicare i suoi primi lavori di graphic journalism per la rivista di fumetti “ANIMAls”. Da ottobre 2010 lavora come illustratrice per diversi quotidiani italiani e internazionali e crea collage d’arredamento. Nel febbraio 2011 si trasferisce a New York, per poi spostarsi a Parigi, dove attualmente vive e lavora. http://www.francescacapellini.com/ http://www.lacasaapois.blogspot.it/
Margherita Di Fiore è una collaboratrice di Rockit.